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Storia

Lo storiografo Tommaso Fazello, sposa la tesi di Francesco Baronio, adducendo la motivazione alla posizione, ovvero di baluardo d’ingresso posto sulla direttrice per Termini Imerese verso est, collegamento che attraversa i terreni di San Giovanni dei Lebbrosi, scavalcando l’Oreto col Ponte dell’Ammiraglio, lambendo i primitivi dattereti e il Parco della Favara. L’architetto Paolo Amato per contro, sosteneva la tesi per la quale la terminologia derivasse dalla presenza dei bagni e impianti termali esistenti nella contrade della Guadagna e di Maredolce ubicate nei dintorni.

In seguito alla conquista normanna del 1072 fu costruita a Palermo una nuova cinta muraria, uno dei varchi d’accesso alla città era costituito da «Porta di Termini», l’esistenza della stessa è sicuramente attestata a partire dal 1171. La prima documentazione scritta risale a Matteo d’Ajello, atto pubblico riguardante la donazione di terreni destinati ad orto adiacenti ai manufatti, atto giuridico stipulato a favore del monastero dell’Ordine benedettino della chiesa di Santa Maria del Cancelliere.

Nel 1316 insieme a Porta dei Greci subì gli assalti dell’esercito di re Roberto d’Angiò comandato da Tommaso Marciani, assalto che fu eroicamente respinto; stessa sorte toccò, nel giugno del 1325, a Carlo d’Angiò, duca di Calabria. In seguito fu restaurata nel 1328 durante il regno di Federico II d’Aragona e di nuovo nel XVI secolo.

Abbellita da Pietro Speciale pretore, nel 1535 vi transitò Carlo V lasciando la città dopo la trionfale accoglienza per la conquista di Tunisi ed aver soggiornato nel Palazzo Ajutamicristo, in seguito dei principi Paternò – Moncada. Nel XVI secolo è documentata la costruzione del baluardo denominato di «Porta Termini». Attraverso la porta facevano il loro ingresso solenne i novelli arcivescovi, il corteo processionale procedeva dalla chiesa di San Cristoforo fino alla cattedrale metropolitana primaziale della Santa Vergine Maria Assunta per la cerimonia d’intronizzazione, il primo evento si registrò l’11 maggio 1609 con la nomina di Giannettino Doria.

Nel 1688 vi fu eretto, dal lato che dava sulla città, l’oratorio della Compagnia della Pace. Nel passaggio era riprodotta l’immagine raffigurante la Madonna dell’Itria.[11] Nelle immediate vicinanze sorge la Porta di Vicari. In seguito all’alluvione del 7 ottobre 1772, una linea rossa segnava l’altezza raggiunta dalle acque (8 piedi) per l’evento eccezionale. La porta e l’oratorio furono entrambi abbattuti nel 1852 dal generale Carlo Filangieri, principe di Satriano, per permettere un facile accesso alla città in caso di insurrezioni, sia per evitare, essendo già stati utilizzati come fortilizio dagli insorti durante i moti del 1820, il riutilizzo col medesimo scopo.

La porta dava il nome ad una delle più importanti vie di Palermo e fu appunto da via di Porta Termini (ora denominata via Giuseppe Garibaldi) che i garibaldini della spedizione dei Mille entrarono nella città approfittando della sua vulnerabilità, provocando di fatto l’insurrezione della città. La porta era custodita da 59 soldati borbonici del 9º Reggimento di Linea i quali, appostati dietro un terrapieno, sostennero inizialmente l’urto dell’attacco ma, successivamente, non ricevendo ulteriori rinforzi si ritirarono verso il corpo di guardia delle Regie Poste, ubicato vicino alla chiesa di San Cataldo.

In ricordo dell’avvenimento fu collocata sul muro di via Garibaldi che conduceva alla Porta la seguente iscrizione:

Qui il 27 maggio 1860 La Rivoluzione Dal genio di Garibaldi e
Dal sangue dei martiri fecondata Gettava le basi Della rigenerazione italiana
XXVII maggio MDCCCLX

Posizione

Situata nella parte sud orientale delle mura cittadine, a circa metà dell’attuale via Lincoln, era collegata da un ampio stradone al ponte dell’Ammiraglio, e da essa si dipartiva la regia trazzera per Ventimiglia di Sicilia.

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Ombre della rete – Forum

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Porte di Palermo

  • Palazzo dei Normanni
    Palazzo dei Normanni
  • Castello a mare Palermo antica
    Castello a mare
  • Porta Nuova

    In prossimità del punto estremo e più elevato della via Marmorea o strada del Cassaro, esistette prima del XV secolo una porta detta del palazzo sulla cui ubicazione sono in distacco i diversi autori che sinora si sono occupati della topografia storica di Palermo. la porta del Palazzo venne successivamente chiusa e, verso l’anno 1460, ne fu aperta un’altra, posta proprio in corrispondenza della intersezione della Strada del Cassaro con cortina occidentale delle mura della città.

    Questa porta denominata dal popolo (nuova) fu dapprima concepita in semplici forme architettoniche, a fornice, con un solo ordine di colonne ed un cornicione sovrastante.

  • Porta d’Ossuna

    Durante il viceregno di D.Pietro Giron,duca d’Ossuna, gli abitanti del quartiere di S. Anna del rione del Capo fecero viva istanza per l’apertura di una nuova porta intermedia tra le porte Carini e Nuova e, a tale richiesta, si unì anche quella dei Padri del convento della Annunziata alla Zisa per i quali sarebbe più agevole pervenire in città attraverso questo nuovo varco.

    Fu così che, sotto il pretorato di Cesare Gaetani marchese di Sortino, il giorno 4 Febbraio 1613, venne aperta una nuova porta intitolata al vicerè d’Ossuna.

  • porta san giorgio
    Porta San Giorgio

    La Porta di san Giorgio era uno degli accessi alla città dal lato del Molo, e dall’epoca di costruzione e da qualche informazione pervenuta doveva essere molto simile alla porta sant’Agata. Una curiosità per qualcosa che potrebbe darsi per scontata è che il nome della porta non è dovuto alla chiesa dei Genovesi, dalla quale distava pochi metri, ma da un’altra chiesa dedicata a san Giorgio che fu abbattuta proprio per realizzare il molo.

  • Porta maqueda

    La porta si trovava nel lato opposto rispetto alla Porta di Vicari nell’omonima strada, fu edificata nel 1600c.

    Nel luglio 1624 attraverso questo varco transitarono le spoglie di Santa Rosalia rinvenute su Monte Pellegrino.

    Fu demolita durante il mandato del pretore Michele Gravina, principe di Comitini, viceré di Sicilia, duca Giovanni Fogliani Sforza d’Aragona, per essere ricostruita nel 1766 come piloni fronteggianti.

  • Porta Felice

    La nascita di Porta Felice risale al 6 luglio del 1582, ai tempi in cui il viceré spagnolo Marcantonio Colonna, duca di Tagliacozzo, decise di dare un  monumentale ingresso al Cassaro (l’attuale Corso Vittorio Emanuele), che l’anno prima era stato prolungato fino al mare, raggiungendo così l’altra bellissima strada che costeggiava le mura e la spiaggia, quella che il senato palermitano chiamò “strada Colonna”, l’attuale Foro Italico.

    Il nome “Felice”  fu dato in onore della moglie del vicerè, donna Felice Orsini. Dell’episodio parlano Paruta e Palmerino che scrivono così di quel 6 luglio del 1582.

  • Porta Sant’Antonino

    La porta di Vicari detta anche Porta di Sant’Antonino dal titolo della chiesa verso la quale prospetta, sorge alla fine della via Maqueda.

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