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Porta di Castro

Storia
La porta venne edificata nel 1620, secondo quanto riporta Fazello, in sostituzione di una precedente porta che era stata chiusa oltre un secolo prima (1460), chiamata porta del Palazzo, si rese necessario aprire la continuazione della via dei Tedeschi dove risiedevano le guardie tedesche del Viceré. Per la costruzione della porta venne abbattuta la Chiesa di Santa Maria dell’Itria, che occupava parte della strada e per far questo venne fatto un decreto regio dall’allora Viceré, conte Francesco di Castro (dal quale la porta prese il nome) e venne chiesto anche l’assenso dell’arcivescovo di Palermo. Il decreto regio recitava:« Ad instantiam III. Senatus Panormi petentis ab Excellentia sua licentiam diruendi Ecclesiamo S. Mariae de Itria fubtus Regium Palatium, & propè moenia de Itria hujus Urbis Panormi, ad effectum faciendi stratam, per quam itur ad novam Portam facienda in dicto loco »

L’assenso dell’arcivescovo arrivò solo in funzione della costruzione di una nuova chiesa a poca distanza dalla stessa a carico del senato palermitano. La porta dopo aver perso il suo utilizzo per la costruzione extra moenia venne distrutta nel XIX secolo per allargare la via e far posto ad abitazioni, attualmente è ancora presente il ricordo di questa porta grazie alla toponomastica della via che la attraversa virtualmente che ha cambiato nome da via dei Tedeschi a via Porta di Castro.

Struttura della Porta di Castro

La porta era decorata a doppio cornicione seguendo il motivo degli intagli, al centro era coronata da un’aquila di marmo con le ali aperte, mostrante le armi reali.

L’aquila era fiancheggiata a destra da uno scudo recante le insegne del viceré Francesco di Castro, mentre alla sinistra dell’aquila un altro scudo reca la figura di un’altra aquila, questa simbolo della città di Palermo.

La porta era ad arco a sesto lievemente ribassato, sull’architrave è presente il motivo decorativo dei festoni, mentre alla base dell’arco sono presenti delle figure antropomorfe.

Iscrizioni

Su entrambi i fianchi della porta erano presenti delle iscrizioni:

« Porta de Castro aperta est anno CIC IC CXX – D. ALvaro de Rivadiberia Praetore, Posillipo Playa
Barone Vatticani, D. Vincentio la Rofa, D. Jacobo Lucchisi Barone Camastrae, D. Vincentio Landolina, D. Gaspare Bellacera Barone Pedagagi, D. Francisco Lanza Barone Ficarrae
Senatoribus PP.Q conscip. »

Posizione

La porta si trovava all’estremità meridionale del palazzo dei Normanni nelle vicinanze dell’attuale corso Tukory. Attualmente non è rimasta traccia ne testimonianze. 

Ombre della rete – Forum

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Porte di Palermo

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    Castello a mare
  • Porta Nuova

    In prossimità del punto estremo e più elevato della via Marmorea o strada del Cassaro, esistette prima del XV secolo una porta detta del palazzo sulla cui ubicazione sono in distacco i diversi autori che sinora si sono occupati della topografia storica di Palermo. la porta del Palazzo venne successivamente chiusa e, verso l’anno 1460, ne fu aperta un’altra, posta proprio in corrispondenza della intersezione della Strada del Cassaro con cortina occidentale delle mura della città.

    Questa porta denominata dal popolo (nuova) fu dapprima concepita in semplici forme architettoniche, a fornice, con un solo ordine di colonne ed un cornicione sovrastante.

  • Porta d’Ossuna

    Durante il viceregno di D.Pietro Giron,duca d’Ossuna, gli abitanti del quartiere di S. Anna del rione del Capo fecero viva istanza per l’apertura di una nuova porta intermedia tra le porte Carini e Nuova e, a tale richiesta, si unì anche quella dei Padri del convento della Annunziata alla Zisa per i quali sarebbe più agevole pervenire in città attraverso questo nuovo varco.

    Fu così che, sotto il pretorato di Cesare Gaetani marchese di Sortino, il giorno 4 Febbraio 1613, venne aperta una nuova porta intitolata al vicerè d’Ossuna.

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    Porta San Giorgio

    La Porta di san Giorgio era uno degli accessi alla città dal lato del Molo, e dall’epoca di costruzione e da qualche informazione pervenuta doveva essere molto simile alla porta sant’Agata. Una curiosità per qualcosa che potrebbe darsi per scontata è che il nome della porta non è dovuto alla chiesa dei Genovesi, dalla quale distava pochi metri, ma da un’altra chiesa dedicata a san Giorgio che fu abbattuta proprio per realizzare il molo.

  • Porta maqueda

    La porta si trovava nel lato opposto rispetto alla Porta di Vicari nell’omonima strada, fu edificata nel 1600c.

    Nel luglio 1624 attraverso questo varco transitarono le spoglie di Santa Rosalia rinvenute su Monte Pellegrino.

    Fu demolita durante il mandato del pretore Michele Gravina, principe di Comitini, viceré di Sicilia, duca Giovanni Fogliani Sforza d’Aragona, per essere ricostruita nel 1766 come piloni fronteggianti.

  • Porta Felice

    La nascita di Porta Felice risale al 6 luglio del 1582, ai tempi in cui il viceré spagnolo Marcantonio Colonna, duca di Tagliacozzo, decise di dare un  monumentale ingresso al Cassaro (l’attuale Corso Vittorio Emanuele), che l’anno prima era stato prolungato fino al mare, raggiungendo così l’altra bellissima strada che costeggiava le mura e la spiaggia, quella che il senato palermitano chiamò “strada Colonna”, l’attuale Foro Italico.

    Il nome “Felice”  fu dato in onore della moglie del vicerè, donna Felice Orsini. Dell’episodio parlano Paruta e Palmerino che scrivono così di quel 6 luglio del 1582.

  • Porta Sant’Antonino

    La porta di Vicari detta anche Porta di Sant’Antonino dal titolo della chiesa verso la quale prospetta, sorge alla fine della via Maqueda.

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