Periodo Arabo 837 – 1070
Mura arabe
Durante la dominazione araba la vecchia cinta muraria venne fortificata, al suo interno venne edificato un grandioso castello, attualmente riconducibile al palazzo dei Normanni. Quest’area assunse il nome di al-Kasr, ovvero “la fortificata”, toponimo ancora presente in città con il nome di Cassaro. Ben presto però la crescita economica e demografica della città rende la vecchia cerchia muraria insufficiente e cominciano a sorgere borghi e quartieri oltre le mura, il Kemonia e il Papireto. Anche le porte vennero aumentate: dalle precedenti quattro vennero portate a nove. Il geografo e storico arabo Ibn Hawqal elenca il nome di otto delle nove porte presenti, in senso antiorario e a partire da quella dell’accesso portuale, ovvero: “Bab al-Bahr” (Porta di Mare o dei Patitelli perché qui vivevano e lavoravano gli artigiani che confezionavano gli zoccoli – i ‘patitelli’ appunto – all’altezza della chiesa di S.Antonio in via Roma); “Bab al-Sifà” o Safà (la porta della “fonte della salute” poi denominata Porta Oscura, e i cui resti permangono all’interno di un cortile su via Venezia); “Bab tif al minar” (Porta degli Schiavi, su via del Celso nei pressi di palazzo Galletti di Santamarina); “Bab Sciantagàth” o Porta S. Agata (alla Guilla); “Bab Rutah” o Porta Rota (ubicata ai margini del quartiere militare di S. Giacomo, che dava accesso all’omonimo fiume alimentato dalla fonte di Ayu Abi Sa ‘Idin detto Abu Said, il Walì di quel tempo), poi appellata Danisinni; “Bab ar-ryad” (Porta dei Giardini, ubicata nei pressi del palazzo reale); “Bab al-abna” (Porta dei giovanotti, nelle vicinanze di S. Giovanni degli Eremiti); “Bab as-Sudan” (la Porta dei negri lungo la Via Biscottai all’altezza dell’ex ospedale Fatebenefratelli, toponimo poi distorto nel tempo e detta poi Porta Buscemi, con l’omonima torre, eretta proprio sulle pre-esistenti mura puniche); “Bah al-Hadid” (Porta di ferro o anche Porta giudaica, là dove è oggi l’ingresso laterale della Facoltà di Giurisprudenza).
Poco distante dal centro, a sud, venne costruita una nuova cittadella fortificata che prese il nome di al-Halisah cioè “l’eletta”, attualmente nota come Kalsa. Gli altri quartieri rimasti per un certo periodo fuori dalla cinta muraria originale vennero inglobati da una nuova cinta muraria, più esterna e meno imponente di quella che circondava al-Kasr e al-Halisah, nell’XI secolo. La nuova cinta collegava le due cittadelle fortificate. Alcuni testi riportano come arabe le seguenti altre porte: la “bab al-Bunud” o el-Bonud (la porta delle bandiere, da cui si poteva accedere alle zone urbane); la “bab as-Sanaah” o el-sanda (la porta dell’arsenale) e la “bab Kutamah” o ar-Kotama, che comunicavano con il porto; e infine la “bab al-Futuh” o el-Fotik, non meno importante, per alcuni studiosi oggi intercorsa all’interno dell’Oratorio dei Bianchi: è proprio da qui che nel 1071 entrarono i Normanni, che la ridenominarono Porta della Vittoria.
Periodo Arabo
Le fortificazioni della città di Palermo risalgono al periodo Punico-romano; sono la più antica cinta muraria della città di Palermo. Dividevano la città in due differenti quartieri, la Paleapoli (o città antica) e la Neapoli (o città moderna).