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Archivio per categoria: Famiglia

Altavilla (Hauteville), Famiglia, Normanni

Genealogia degli Altavilla

Genealogia degli Altavilla

Gli Altavilla (in francese Hauteville, in siciliano Autavilla) sono stati una delle più importanti famiglie di origine normanna, protagonisti delle vicende storiche della Sicilia, dell’Italia meridionale e degli Stati Crociati.

Discendenti dal piccolo nobile Tancredi, signore di Hauteville-la-Guichard in Cotentin, nella seconda metà dell’XI secolo unificarono gran parte dell’Italia meridionale sotto la sovranità del Ducato di Puglia e Calabria il cui capostipite fu Roberto il Guiscardo, e strapparono la Sicilia (unitamente a Malta) al dominio musulmano, costituendo la Contea di Sicilia fondata dal Gran Conte Ruggero I il Bosso.

Discendenti

Con Ruggero II di Sicilia il Ducato e la Contea furono integrati nel Regno di Sicilia, con capitale a Palermo. Il primo Re di Sicilia completò l’unificazione dell’Italia meridionale ottenendo la sovranità sul Principato di Capua, il Ducato di Napoli e la Contea dei Marsi, ed espanse i domini degli Altavilla anche a Corfù ed all’Africa settentrionale.

Sotto gli Altavilla la corte di Palermo divenne nota come la più ricca e culturalmente sofisticata d’Europa. La dinastia si estinse nel 1198, anno della morte dell’Imperatrice Costanza, moglie di Enrico VI di Svevia e madre di Federico II.

Altavilla (Hauteville), Famiglia, Normanni, Storia dei Normanni in Sicilia

Guglielmo di Altavilla

Guglielmo di Altavilla, chiamato Guglielmo Braccio di Ferro (Cotentin, circa 1010 Puglia,  1046),  E’ stato un condottiero normanno, fu il primo dei figli di Tancredi d’Altavilla e Muriella, figlia di Riccardo II di Normandia. Insieme al fratello minore Drogone di Altavilla lasciò la Normandia e raggiunse il Mezzogiorno d’Italia nella prima metà  dell’XI secolo (1035 […]

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Altavilla (Hauteville), Famiglia

Costanza

Costanza di Sicilia, fu figlia postuma di Ruggero II re di Sicilia e della terza moglie Beatrice di Rethel

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Altavilla (Hauteville), Famiglia

Tancredi I di Altavilla

di Tancredi di Altavilla si sa pochissimo della sua vita. Era un nobile di Coutances, città della Bassa Normandia, nella penisola Cotentin; probabilmente era proprietario del villaggio di Hauteville-la-Guichard.

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Altavilla (Hauteville), Famiglia

Ruggero I

Ultimo figlio di Tancredi d’Altavilla e di Frisenda

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Drogone di Altavilla

Drogone di Altavilla è stato un condottiero normanno, uno dei figli di Tancredi d’Altavilla e della prima moglie Muriella.

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Altavilla (Hauteville), Famiglia, Normanni

Umfredo di Altavilla

Umfredo di Altavilla  (Cotentin, 1057)  

Umfredo di Altavilla è stato un condottiero normanno, uno dei figli di Tancredi d’Altavilla e della prima moglie Muriella.

Sebbene alcune fonti ritengano che Umfredo sia giunto nel sud Italia insieme ai suoi fratelli nel 1035 circa, è probabile che il suo arrivo risalga a qualche anno più¹ tardi, nel 1044, durante il dominio del fratello maggiore Guglielmo.

Già  signore di Lavello, successe nel 1051 al fratello Drogone come conte di Puglia e Calabria. Di sicuro l’evento più¹ rilevante che lo vide protagonista fu la battaglia di Civitate (18 giugno 1053): Umfredo guidò le armate degli Altavilla (insieme al giovane fratellastro ed erede Roberto il Guiscardo) e dei Drengot (insieme a Riccardo, conte di Aversa) contro le forze unite del papato e dell’impero.

Gli eserciti pontifici furono annientati e papa Leone IX fu catturato e imprigionato a Benevento.


Umfredo sposò Matilda, figlia di Asclettino I Drengot da cui ebbe due figli:

  • Abelardo, nato dopo il 1044 e morto in Illiria nel 1081
  • Ermanno, nato dopo il 1045 e morto a Bisanzio nel 1097.

Alla morte del fratello Drogone, ne sposò la vedova Gaitelgrima, figlia di Guaimario III di Salerno, da cui nacque Umfreda, che andò sposa a Basileo Spadafora.

Umfredo morì nel 1057 e la sua eredità  passò al fratellastro ed eroe di Civitate, Roberto il Guiscardo, al quale attribuì anche la tutela dei suoi figli minorenni, Abelardo ed Ermanno. Il Guiscardo, però, ne confiscò l’eredità : nel giro di due anni, avrebbe elevato il suo rango comitale allo status ducale.

Altavilla (Hauteville), Famiglia

Ruggero II

 

Ruggero II di Sicilia

(Mileto, 22 dicembre 1095 – Palermo, 26 febbraio 1154),

conosciuto anche come Ruggero il normanno, figlio e successore di Ruggero I di Sicilia della dinastia degli Altavilla, fu conte di Sicilia dal 1105, duca di Puglia dal 1127 e primo re di Sicilia dal 1130 al 1154, divenendo noto come il fondatore del Regnum Siciliæ indipendente. Dopo la nascita del regno, in virtù delle conquiste sulla costa africana, acquisì anche il titolo di re d’Africa.

Gli sono tributati l’accorpamento sotto un unico regno di tutte le conquiste normanne dell’Italia meridionale, della Sicilia e di Malta, l’organizzazione di un governo efficiente, personalizzato e centralizzato, nonché la fondazione del Parlamento siciliano, uno dei più antichi del mondo. Sotto il suo regno la città di Palermo, assurta a capitale, fu arricchita di opere architettoniche e ingegneristiche di grande pregio e raffinatezza, oggi riconosciute come patrimonio dell’umanità.

Statua di Ruggero all’ingresso del Palazzo Reale di Napoli

Biografia

Poco è conosciuto dell’infanzia di Ruggero II. Era figlio secondogenito del gran Conte di Sicilia, il normanno Ruggero I d’Altavilla e di Adelasia di Monferrato. Alla morte del padre, avvenuta a Mileto nel 1101, sua madre riuscì a governare la Sicilia con l’aiuto di valenti consiglieri, mentre lui ed il fratello erano ancora in tenera età. Nel 1105 morì il fratello maggiore Simone e a soli dieci anni Ruggero divenne conte di Sicilia.

Visse la sua infanzia a Palermo ed ebbe precettori greci e arabi, tanto che imparò le lingue greca, latina e araba. Divenuto maggiorenne nel 1112, cessò la reggenza della madre Adelaide del Vasto, e si dimostrò subito in grado di governare con autorità e saggezza, continuando la linea di espansionismo del padre.

 

 

La conquista dell’Italia meridionale

 

Nel 1121 sorsero le ostilità fra Ruggero II e il cugino Guglielmo, nipote di Roberto il Guiscardo e nuovo duca di Calabria; lo scontro venne risolto solo con l’intervento di papa Callisto II, che riuscì a pacificare i due rivali facendoli giungere ad un accordo, secondo cui il conte di Sicilia procurava al cugino uno squadrone di cavalieri con i quali reprimere la rivolta di Giordano conte di Ariano; in cambio, Guglielmo abbandonava i propri possedimenti in Sicilia e Calabria. Ruggero II, già principe di Salerno, si recò a Reggio e venne riconosciuto duca di Calabria e di Puglia, Conte di Sicilia con dominio su Amalfi e Gaeta, su parte di Napoli, su Taranto, Capua e Abruzzi.

Quando nel luglio del 1127 Guglielmo, duca di Puglia, morì senza figli, Ruggero reclamò tutti i possedimenti degli Altavilla e la Signoria di Capua. Sbarcò allora nel continente e conquistò senza difficoltà Amalfi e Salerno, dove venne incoronato. Tuttavia l’unione di Sicilia e Puglia era osteggiata da papa Onorio II e dai Signori locali stessi.

A Capua, nel dicembre 1127, partì una spedizione contro Ruggero, mettendo Roberto II di Capua e Rainulfo di Alife (cognato di Ruggero) contro di lui. Tuttavia questa coalizione fallì miseramente e nell’agosto 1128 il Papa fu costretto dalla superiorità militare a nominare nella città di Benevento Ruggero II duca di Puglia.

A settembre del 1129 Ruggero fu pubblicamente riconosciuto duca da Napoli, Bari, Capua e dalle altre città. Egli cominciò allora ad imporre l’ordine nei possessi Altavilla, dove il potere del duca era andato indebolendosi.

Per legare insieme tutti questi stati, il titolo reale sembrava essenziale e la morte di Onorio II nel febbraio 1130, seguita da una duplice elezione di un Papa e un Antipapa, avvenne nel momento per lui decisivo. Nell’elezione del nuovo Pontefice scoppiò uno scisma fra Innocenzo II, eletto con l’appoggio dei Frangipane, e Anacleto II, sostenuto dalla famiglia dei Pierleoni. Nella confusione che ne seguì, Innocenzo, pur riconosciuto dalla maggior parte della cristianità, fu costretto a rifugiarsi in Francia; rimase a Roma invece Anacleto II, che tuttavia aveva bisogno di maggiori consensi.

 

 

La prima Corona di Re

 

Mantello di Ruggero, con iconografia islamica, facente parte delle insegne imperiali custodite a Vienna.

Dopo lo scisma del 13 febbraio 1130 con la morte di Onorio II, Innocenzo II si rifugiò in Francia e con Anacleto II insediato a Roma, ottenne la corona regia. Ruggero realizzò così un progetto per restaurare un antico Regno di Sicilia (nell’età antica Agatocle autoproclamò basileus di Sicilia a Siracusa). Il 27 settembre 1130 ottenne l’investitura e partì per Palermo (Prima Sedes, Corona Regis et Regni Caput) dove si fece acclamare re da un’assemblea popolare il 25 dicembre 1130 (la convocazione delle Curiae generales rappresenta prima assise legislativa del Parlamento del Regno di Sicilia ed è cosi che si può parlare di primo parlamento in senso moderno), quando fu incoronato Rex Siciliae, ducatus Apuliae et principatus Capuae (re di Sicilia), probabilmente dall’arcivescovo Pietro

Regno di Sicilia
Altavilla
 
   
Ruggero II  
mostra

 

Figli

 
Guglielmo I  
mostra

 

Figli

 
Guglielmo II  
Tancredi  
mostra

 

Figli

 
Ruggero III  
Guglielmo III  
Costanza  
   

Tutto ciò spinse Ruggero in una guerra di dieci anni. Bernardo di Chiaravalle, campione di Innocenzo II, mise in piedi una coalizione contro Anacleto ed il suo “Re mezzo pagano”. Ad essa si aggiunsero Luigi VI di Francia, Enrico I di Inghilterra e l’Imperatore Lotario II del Sacro Romano Impero.

Nel frattempo il Meridione d’Italia insorse. Alcuni nobili feudatari normanni, che già da tempo mordevano il freno, non accettarono il nuovo sovrano: nel 1132, Rainulfo radunava grandi forze con il suo alleato il Roberto II di Capua. La città di Benevento, nonostante fosse usualmente fedele a Ruggero, si consegnò nelle mani dei ribelli che si erano ammassati alle sue porte. Gli eserciti avversi si scontrarono nella Battaglia di Nocera che, dapprima favorevole alle truppe regie, terminò in una disastrosa sconfitta per Ruggero (24 luglio 1132).

Le cose potevano mettersi molto male per Ruggero, già sconfitto e per giunta politicamente inviso a tutti: a complicare le cose per lui infatti, l’imperatore Lotario II era sceso a Roma per farsi incoronare imperatore da Innocenzo II (4 giugno 1133) e se non avesse considerata chiusa la partita, facendo repentinamente ritorno in Germania, avrebbe potuto assestare a Ruggero un colpo definitivo. Il vantaggio così per Ruggero fu tale che egli poté riorganizzarsi: approfittando del fatto che Rainulfo e Roberto si erano recati a Roma per prestare giuramento a Lotario II, Ruggero tornò alla riscossa catturando la moglie di Rainulfo (sua sorella Matilda) e il figlioletto: Rainulfo e Roberto dovettero rientrare precipitosamente e Ruggero li costrinse alla resa (giugno-luglio 1134). Le truppe regie costrinsero Rainulfo, Sergio VII duca di Napoli e gli altri ribelli a sottomettersi, mentre Roberto fu espulso da Capua.

Nel luglio 1135 una nuova rivolta capeggiata da Rainulfo provocò la reazione del re, che entrò in Aversa, Capua e Alife con un esercito guidato dal cancelliere Guarino, costringendo Rainulfo a trovare rifugio a Napoli, unica città a resistere.

La spedizione dell’Imperatore nel Sud

Contemporaneamente il previsto attacco di Lotario a Ruggero aveva guadagnato l’appoggio di Pisa, Genova e dell’Imperatore d’Oriente Giovanni II Comneno, ciascuno dei quali temeva la crescente potenza del regno normanno.

Nel febbraio 1137 Lotario cominciò a spostarsi verso il Sud e fu raggiunto da Rainulfo e dai ribelli. A giugno assalì e prese Bari. Innocenzo II e Lotario concentrarono a maggio 1137 le proprie armate accanto al castello di Lagopesole e assediarono la città di Melfi, costrinsero Ruggero II alla fuga, quindi riuscirono a conquistare la sua (ex) capitale, Melfi, il 29 giugno. Il Pontefice tenne il Concilio di Melfi V nel castello del Vulture nell’anno 1137: la più probabile data va dal 29 giugno al 4 luglio. I Padri conciliari decisero la deposizione dell’antipapa Anacleto II. Il 4 luglio Innocenzo II, insieme all’Imperatore Lotario II, delegittimò Ruggero II, in favore di Rainulfo di Alife, della famiglia Drengot, nuovo duca di Puglia. L’Imperatore rientrò in Germania. Ruggero, liberato dal pericolo incombente, riprese terreno, saccheggiò Capua e costrinse Sergio VII ad accettarlo come Signore di Napoli. A Rignano Garganico Rainulfo di nuovo sconfisse il Re, ma nell’aprile del 1139 morì e Ruggero sottomise gli ultimi ribelli.

 alla fine della guerra tra Ruggero ed il Papato. Al dritto Ruggero ed il figlio in piedi tengono una croce.

A questo punto Ruggero volle avere la conferma del titolo da Innocenzo II (Anacleto era morto nel gennaio 1138). Invece il papa, ancora restio a tale riconoscimento, dopo aver scomunicato Ruggero (8 luglio), invase il Regno con un grande esercito, ma cadde in un’astuta imboscata a Galluccio (22 luglio 1139).
Dopo la vittoria del Re, il papa lo investì del titolo di Re di Sicilia, del ducato di Puglia e del principato di Capua (Rex Siciliae ducatus Apuliae et principatus Capuae). I confini del Regno furono alla fine fissati da una tregua con papa Lucio II nell’ottobre 1144.

 

La conferma del Regno di Sicilia

Ruggero II era così divenuto uno dei più potenti sovrani d’Europa; nell’estate del 1140, ad Ariano di Puglia, egli promulgò le Assise di Ariano, il corpus giuridico che formava la nuova costituzione del Regno di Sicilia. A lui si deve anche l’istituzione del Catalogus baronum, l’elenco di tutti i feudatari del regno, stilato per stabilire un più attento controllo del territorio, dei rapporti vassallatici e quindi delle potenzialità del proprio esercito.

Nel 1150 Ruggero II aveva esteso il suo regno anche a Corfù ed al nord Africa (tra Tunisi e Tripoli)

A Palermo, Ruggero – che esibiva per i suoi sudditi musulmani il laqab arabo al-muʿtazz bi-llāh («il reso potente da Dio»)[4] – attrasse intorno a sé i migliori uomini di ogni etnia, come il famoso geografo arabo maghrebino al-Idrisi (Idrīsī o Edrisi), lo storico Nilus Doxopatrius, il poeta ʿAbd al-Raḥmān al-Itrābānishī che occupava anche posto di segretario e altri eruditi ancora. Il Re mantenne nel regno una completa tolleranza per tutte le fedi, razze e lingue. Egli fu servito da uomini di ogni nazionalità, come l’anglo-normanno Thomas Brun nella Curia, il greco Cristodulo nella flotta e il bizantino Giorgio di Antiochia, che nel 1132 fu fatto amiratus amiratorum (in effetti comandante in capo).

Tabula Rogeriana di al-Idrīsī.

Ruggero rese la Sicilia la potenza dominante del Mediterraneo. Grazie ad una potente flotta, costituita sotto diversi ammiragli, effettuò una serie di conquiste sulla costa africana (1135 – 1153), che andavano da Tripoli in Nordafrica a Capo Bon (Tunisia) e Bona (Algeria). Ruggero II creò in quei due decenni un “Regno normanno d’Africa” che divenne un “protettorato” siciliano, sostenuto in parte dalla residua piccola comunità cristiana nel Nordafrica.[5]

«I tentativi di Ruggero II di insediarsi in Africa, in primo luogo a Mahdia e poi a Tripoli, sfociarono nella creazione di un piccolo impero normanno lungo le coste dell’Ifriqiya, con la sola eccezione di Tunisi. Gli sceicchi locali si sottomisero all’autorità del re di Sicilia, che tentò di promuovere nella regione nuovi insediamenti cristiani allo scopo di proteggere la modesta popolazione cristiana già esistente.[6]»

Tarì aureo, con scritte in arabo, coniato da Ruggero II (Palermo)

La Seconda crociata (1147-48) offrì a Ruggero l’opportunità di riprendere i progetti di Roberto il Guiscardo sull’Impero Romano d’Oriente. Giorgio di Antiochia fu mandato a Corinto alla fine del 1147 e spedì all’interno un esercito che saccheggiò Tebe. Nel giugno 1149 l’ammiraglio apparve davanti a Costantinopoli e sfidò l’imperatore bizantino Manuele I Comneno, lanciando frecce incendiarie contro le finestre del palazzo. Tuttavia l’attacco all’Impero non ebbe risultati durevoli, ma Ruggero conservò l’isola di Corfù.

La tomba di Ruggero II nella Cattedrale di Palermo

Nel 1149 aiutò papa Eugenio III a rientrare a Roma dopo l’insurrezione di Arnaldo da Brescia. Il Re morì a Palermo il 26 febbraio 1154, e suo successore fu il quarto dei suoi figli, Guglielmo.

I Normanni riuscirono a mantenere le conquiste africane di Ruggero II fino al 1160.[7]

Matrimoni e discendenza

Ruggero sposò prima del 1118 Elvira di Castiglia (circa 1100 – 1135), dalla quale ebbe:

  • Ruggero, (1118 – 1148) duca di Puglia, che da una relazione con Bianca di Lecceebbe Tancredi pretendente al regno di Sicilia;
  • Tancredi, (ca. 1120 – 1138) principe di Bari;
  • Alfonso(ca. 1120 – 1144), principe di Capua e duca di Napoli;
  • Guglielmo, (ca. 1120 o 1121 – 1166), duca di Pugliae poi Re di Sicilia (1154-1166), detto Guglielmo il Malo;
  • Adelasia (ca. 1126 – dopo il 1184), contessa di Firenze di diritto, che sposò Jozzelino, conte di Loreto e, in seconde nozze, Roberto, conte di Loritello e Conversano;
  • Enrico (ca. 1130 – prima del 1145), principe di Taranto.

Morta Elvira, solo nel 1149, cioè dopo ben quattordici anni di vedovanza (con la preoccupazione della successione dinastica dopo la morte in successione dei suoi primi tre figli maschi), si unì in matrimonio con Sibilla di Borgogna (1126 – 1150) dalla quale ebbe:

  • Enrico (29 agosto 1149 – morto bambino);
  • un altro (16 settembre 1150) nato morto, anticipando di poco la stessa Sibilla che ebbe complicazioni post parto.

Quindi nel 1151 si affrettò a sposare Beatrice di Rethel (1135 – 1185) dalla quale nacque postuma la sola:

  • Costanza(1154 – 1198), imperatrice e regina di Sicilia, sposa di Enrico VI di Germania (1165-1197) e madre di Federico II di Svevia.

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

      Genitori     Nonni     Bisnonni     Trisnonni
                  …     …  
   
    …  
Tancredi d’Altavilla    
    … …  
     
    …  
Ruggero I di Sicilia    
    Riccardo I di Normandia Guglielmo I di Normandia  
     
    Sprota  
Fresenda    
    … …  
     
    …  
Ruggero II di Sicilia    
  Teuto di Savona …  
     
    …  
Manfredo Incisa del Vasto    
    Berta di Torino Olderico Manfredi II  
     
    Berta di Milano  
Adelasia del Vasto    
    … …  
     
    …  
…    
    … …  
     
    …  
   

 

 

Ruggero di Altavilla conte di Sicilia

Ruggero di Altavilla fu inizialmente vassallo del fratello Roberto, duca di Puglia e di Calabria, e stabilì la propria corte a Mileto, in Calabria. Proprio a Mileto, nel Natale del 1061, sposò la normanna Giuditta d’Evreux.

Dalla Calabria, Ruggero, insieme al fratello Roberto, pianificò la conquista della Sicilia, allora in mano ai musulmani che trovarono il pretesto per l’invasione nella richiesta d’aiuto da parte dell’emiro di Catania, allora in lotta con l’emiro di Girgenti. Così, nel febbraio del 1061, Ruggero sbarca a Messina e da lì i Normanni avanzarono quasi indisturbati sino Castrogiovanni (oggi Enna) e Girgenti (oggi Agrigento), riuscendo ad occupare stabilmente la parte dell’isola orientale che maggiormente era rimasta legata alla cristianità.

La vera spedizione fu però quella che iniziò nel successivo 1062.

Il primo duro scontro avvenne a Cerami, vicino a Troina, dove i normanni di Ruggero stabilirono la prima capitale dell’isola. La conquista quindi rallentò i normanni ebbero difficoltà  nel ricevere rinforzi dagli alleati, Pisani e Genovesi in particolare, mentre dal nord Africa affluivano rinforzi per gli arabi. Così solo nell’agosto del 1071 Ruggero giunse alle porte di Palermo, che assediò per quasi sei mesi.

Successivamente vennero prese Castrogiovanni e Butera. La conquista della Sicilia verrà  ultimata solo nel 1091 con la presa di Noto, trenta anni dopo l’inizio dell’impresa. Ruggero conquistò anche le isole di Pantelleria e Malta.

La politica

Ruggero oltre che abile condottiero, fu anche un fine diplomatico; appoggiò il papato e così riuscì a farsi nominare Gran Conte di Sicilia. Inoltre, riuscì a gettare le basi per un’organizzazione dello stato meno basata sui signori feudatari, ma su di una classe di burocrati formati da funzionari pubblici non legati all’aristocrazia e dove comunque la sua figura era quella che deteneva il potere assoluto.

Come sovrano cattolico fu fondatore di una serie di splendide cattedrali in Sicilia: a Troina, a Mazara del Vallo, a Paternò, a Modica, a Catania ed a Messina fra tutte.

Durante il suo governo ebbe inizio l’attuazione di una seria politica di ripopolamento in ampie zone dell’isola, con un copioso afflusso di genti provenienti dal Piemonte, allora chiamato Langobardia, soprattutto dal Monferrato, ed in misura minore di origine franco-provenzale e inglese. Le popolazioni della parte settentrionale e centrale della Sicilia che oggi parlano il cosiddetto idioma gallo-siculo, fra cui San Piero Patti, San Fratello, Novara di Sicilia, Randazzo, Aidone, Piazza Armerina, Caltagirone, Nicosia tanto simile alla lingua piemontese e così diverso rispetto al siciliano discendono tuttavia dalle migrazioni provocate dalle repressioni attuate da Guglielmo il Malo contro queste città  ribelli e dal loro ripopolamento con genti provenienti sempre dalla Langobardia.

Alcune date

  • 1057 in Italia
  • 1061 inizia la conquista della Sicilia (presa di Messina)
  • 1063 battaglia di Cerami contro i Musulmani (vittoria normanna)
  • 1068 battaglia di Misilmeri (vittoria normanna)
  • 1068 riceve dal fratello Roberto il Guiscardo il dominio su metà  della Calabria.
  • 1072 Ruggero I entra a Palermo e si nomina conte di Sicilia
  • 1081 fondazione dell’Abbazia della SS. Trinità  di Mileto
  • 1085 fondazione dell’Abbazia di Bagnara Calabra
  • 1091 presa di Butera e Noto

Matrimoni e discendenza

Il primogenito di Ruggero fu un figlio naturale di nome Giordano, che non sopravvisse al padre.

Nonè certo se il suo secondo figlio, Goffredo, sia nato anch’egli fuori dai matrimoni oppure dalla sua prima o seconda moglie. In ogni caso era lebbroso per cui non aveva possibilità  di ereditare. E’ noto anche un secondo Goffredo, anche egli forse figlio illegittimo a cui venne concessa la contea di Ragusa.

Giuditta d’Evreux
(1050 – 1076), fu la prima moglie di Ruggero, il matrimonio ebbe luogo nel 1061, lei era di stirpe normanna, figlia di Guglielmo d’Evreux ed Hawisa di chauffour; ebbero solo figlie femmine:
  1. Una figlia, sposò Ugone di Gircea (o Gercì);
  2. Matilde (+ 1094) sposò Raimondo IV di Tolosa;
  3. Adelisa, sposò Enrico, Conte di Monte Sant’Angelo;
  4. Emma (+1120), brevemente fidanzata a Filippo I di Francia, sposòprima Filiberto conte di Clermont ed in seconde nozze Rodolfo Maccabeo, conte normanno di Montescaglioso.
Eremburga di Mortain
(morta nel 1087), di stirpe normanna, figlia di “Guglielmo, Conte di Mortain” (probabilmente Guglielmo Warlenc), Ruggero la sposò nel 1077 in seconde nozze; i loro figli furono:
  1. Malgerio, Conte di Troina
  2. Matilda, sposò Robert Conte d’Eu
  3. Muriella, sposò Josbert de Lucy
  4. Costanza (1082 – post 1135) sposò nel 1095 Corrado re d’Italia figlio dell’imperatore Enrico IV
  5. Busilla (Felicia) (+ 1102) sposa Colomanno re d’Ungheria;
  6. Violante, sposò Roberto, figlio di Roberto I di Borgogna
  7. Flandina, sposò Enrico del Vasto, capostipite della famiglia Mazzarino
  8. Giuditta, sposò Roberto I di Bassavilla
Adelaide del Vasto
anche Adelasia (1074 – 16 aprile 1118), fu la terza ed ultima moglie di Ruggero che la sposò nel 1087, lei apparteneva alla famiglia Aleramici, marchesi del Monferrato, nipote di Bonifacio; i loro figli furono:
  1. Simone, (1093 – 28 settembre 1105) Conte di Sicilia;
  2. Matilda, sposò Rainulfo III di Alife;
  3. Ruggero (22 dicembre 1095 – 26 febbraio 1154), futuro Re di Sicilia e successore del padre;
  4. Maximilla (+ post 1137) sposa Ildebrando Aldobrandeschi
Altavilla (Hauteville), Famiglia, Normanni, Storia dei Normanni in Sicilia

Boemondo di Altavilla

BOEMONDO I d’Altavilla, principe d’Antiochia. – Nacque dalle nozze di Roberto il Guiscardo con Alberada di Buonalbergo, poco dopo il 1050,

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Altavilla (Hauteville), Famiglia

Roberto di Altavilla

Roberto di Altavilla,

figlio di Tancredi d’Altavilla e fratello di Ruggero I di Sicilia, fu conte e poi duca di Puglia e Calabria dopo la morte del fratello Umfredo (1057), investito in seguito anche della signoria sulla Sicilia. Sua madre fu la seconda moglie di Tancredi, Frensenda (o Fredesenda).

 L’arrivo di Roberto in Italia

Il 1047 fu l’anno della venuta in Italia di Roberto, sesto figlio di Tancredi di Altavilla e primo nato dalla seconda moglie Fresenda.

Secondo la storica bizantina Anna Comnena, egli aveva lasciato la Normandia con un seguito di appena cinque cavalieri e trenta avventurieri a piedi.

All’arrivo nell’antica Langobardia si era messo a capo di una compagnia errante di briganti e predoni.

Anna Comnena ci offre anche una straordinaria e dettagliata descrizione fisica del personaggio.

All’arrivo di Roberto le terre in Puglia scarseggiavano ed egli non poteva aspettarsi grandi concessioni da parte di Drogone, il fratello allora regnante.

D’altra parte lo stesso Umfredo aveva appena ricevuto in feudo la contea di Lavello.

I primi Anni

Già  nel 1048 decise dunque di unirsi al principe Pandolfo IV di Capua nelle sue incessanti guerre contro il principe Guaimario IV di Salerno, ma l’alleanza durò appena un anno: stando alle cronache di Amato di Montecassino, Pandolfo venne meno alla promessa di concedere a Roberto un castello e una figlia in sposa, al che il Normanno rispose rompendo gli accordi e abbandonando il sodalizio.

Roberto fece nuovamente richiesta di un feudo al fratello Drogone, il quale potè stavolta concedergli il comando della fortezza di Scribla, vicino Cosenza, conquistata durante la campagna di Calabria.

Ma questo si rivelò ben presto un vicolo cieco, un presidio isolato dal quale non avrebbe potuto ricavare alcun concreto vantaggio.

Decise perciò di spostarsi presso il castello di San Marco Argentano, in omaggio al quale, più tardi, battezzerà  la fortezza di San Marco d’Alunzio, il primo castello normanno in Sicilia, sito presso l’antica Aluntium.

Durante il periodo calabrese Roberto sposò la prima delle sue due mogli, Alberada di Buonalbergo, zia di Gerardo di Buonalbergo.

La battaglia di Civitate e l’ascesa di Roberto di Altavilla “Il Guiscardo”

Dopo i primi anni di opaca presenza nel sud Italia, Roberto mise di colpo in luce il proprio carattere, così diverso da quello dei suoi familiari e degli altri potenti della regione.

I Longobardi, in un primo tempo vicini ai Normanni, si rivoltarono contro i loro vecchi alleati, attirandosi il favore di papa Leone IX, deciso ad espellere dalla penisola questo popolo di briganti.

Lo scontro fra le armate pontificie e le truppe normanne si consumò il 18 giugno 1053 a Civitate sul Fortore, a nord di Foggia, dove l’esercito papale fu duramente sconfitto.

Alla battaglia prese parte anche Umfredo, a capo di alcune truppe di Suebi, e il conte di Aversa Riccardo Drengot, che mise subito in fuga i soldati longobardi.

A Roberto di Altavilla fu assegnato il comando di truppe di riserva, che restarono ai margini della battaglia fino a che non fu evidente l’inefficacia degli attacchi sferrati dalle armate di Umfredo: il Guiscardo si lanciò allora nella mischia insieme ai rinforzi guidati dal suocero, distinguendosi personalmente per il particolare valore della propria offensiva.

Secondo lo storico coevo Guglielmo di Puglia, il Normanno imperversà nella battaglia senza mai perdersi d’animo, disarcionato e rimontato in sella per ben tre volte. L’esito dello scontro fu per lui un vero successo.

Nel 1057 il conte Umfredo morì, lasciando i due figli minorenni Abelardo ed Ermanno sotto la tutela della moglie Gaitelgrima di Salerno, già  vedova di Drogone.

Forte del successo ottenuto sul campo di battaglia di Civitate, Roberto di Altavilla reclamò per sè la successione ed assunse il titolo comitale di Puglia e Calabria.

Per non insidiare i diritti acquisiti alla propria discendenza, confiscò i possedimenti del defunto fratello, privando i due nipoti della loro legittima eredità  .

In alleanza col fratello minore Ruggero si lanciò alla conquista dei territori non ancora sottomessi di Puglia e Calabria, mentre Riccardo, suo cognato in quanto marito della sorella Fresenda, s’impadronì del Principato di Capua.

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