Ruggero II di Sicilia
(Mileto, 22 dicembre 1095 – Palermo, 26 febbraio 1154),
conosciuto anche come Ruggero il normanno, figlio e successore di Ruggero I di Sicilia della dinastia degli Altavilla, fu conte di Sicilia dal 1105, duca di Puglia dal 1127 e primo re di Sicilia dal 1130 al 1154, divenendo noto come il fondatore del Regnum Siciliæ indipendente. Dopo la nascita del regno, in virtù delle conquiste sulla costa africana, acquisì anche il titolo di re d’Africa.
Gli sono tributati l’accorpamento sotto un unico regno di tutte le conquiste normanne dell’Italia meridionale, della Sicilia e di Malta, l’organizzazione di un governo efficiente, personalizzato e centralizzato, nonché la fondazione del Parlamento siciliano, uno dei più antichi del mondo. Sotto il suo regno la città di Palermo, assurta a capitale, fu arricchita di opere architettoniche e ingegneristiche di grande pregio e raffinatezza, oggi riconosciute come patrimonio dell’umanità.
Statua di Ruggero all’ingresso del Palazzo Reale di Napoli
Biografia
Poco è conosciuto dell’infanzia di Ruggero II. Era figlio secondogenito del gran Conte di Sicilia, il normanno Ruggero I d’Altavilla e di Adelasia di Monferrato. Alla morte del padre, avvenuta a Mileto nel 1101, sua madre riuscì a governare la Sicilia con l’aiuto di valenti consiglieri, mentre lui ed il fratello erano ancora in tenera età. Nel 1105 morì il fratello maggiore Simone e a soli dieci anni Ruggero divenne conte di Sicilia.
Visse la sua infanzia a Palermo ed ebbe precettori greci e arabi, tanto che imparò le lingue greca, latina e araba. Divenuto maggiorenne nel 1112, cessò la reggenza della madre Adelaide del Vasto, e si dimostrò subito in grado di governare con autorità e saggezza, continuando la linea di espansionismo del padre.
La conquista dell’Italia meridionale
Nel 1121 sorsero le ostilità fra Ruggero II e il cugino Guglielmo, nipote di Roberto il Guiscardo e nuovo duca di Calabria; lo scontro venne risolto solo con l’intervento di papa Callisto II, che riuscì a pacificare i due rivali facendoli giungere ad un accordo, secondo cui il conte di Sicilia procurava al cugino uno squadrone di cavalieri con i quali reprimere la rivolta di Giordano conte di Ariano; in cambio, Guglielmo abbandonava i propri possedimenti in Sicilia e Calabria. Ruggero II, già principe di Salerno, si recò a Reggio e venne riconosciuto duca di Calabria e di Puglia, Conte di Sicilia con dominio su Amalfi e Gaeta, su parte di Napoli, su Taranto, Capua e Abruzzi.
Quando nel luglio del 1127 Guglielmo, duca di Puglia, morì senza figli, Ruggero reclamò tutti i possedimenti degli Altavilla e la Signoria di Capua. Sbarcò allora nel continente e conquistò senza difficoltà Amalfi e Salerno, dove venne incoronato. Tuttavia l’unione di Sicilia e Puglia era osteggiata da papa Onorio II e dai Signori locali stessi.
A Capua, nel dicembre 1127, partì una spedizione contro Ruggero, mettendo Roberto II di Capua e Rainulfo di Alife (cognato di Ruggero) contro di lui. Tuttavia questa coalizione fallì miseramente e nell’agosto 1128 il Papa fu costretto dalla superiorità militare a nominare nella città di Benevento Ruggero II duca di Puglia.
A settembre del 1129 Ruggero fu pubblicamente riconosciuto duca da Napoli, Bari, Capua e dalle altre città. Egli cominciò allora ad imporre l’ordine nei possessi Altavilla, dove il potere del duca era andato indebolendosi.
Per legare insieme tutti questi stati, il titolo reale sembrava essenziale e la morte di Onorio II nel febbraio 1130, seguita da una duplice elezione di un Papa e un Antipapa, avvenne nel momento per lui decisivo. Nell’elezione del nuovo Pontefice scoppiò uno scisma fra Innocenzo II, eletto con l’appoggio dei Frangipane, e Anacleto II, sostenuto dalla famiglia dei Pierleoni. Nella confusione che ne seguì, Innocenzo, pur riconosciuto dalla maggior parte della cristianità, fu costretto a rifugiarsi in Francia; rimase a Roma invece Anacleto II, che tuttavia aveva bisogno di maggiori consensi.
La prima Corona di Re
Mantello di Ruggero, con iconografia islamica, facente parte delle insegne imperiali custodite a Vienna.
Dopo lo scisma del 13 febbraio 1130 con la morte di Onorio II, Innocenzo II si rifugiò in Francia e con Anacleto II insediato a Roma, ottenne la corona regia. Ruggero realizzò così un progetto per restaurare un antico Regno di Sicilia (nell’età antica Agatocle autoproclamò basileus di Sicilia a Siracusa). Il 27 settembre 1130 ottenne l’investitura e partì per Palermo (Prima Sedes, Corona Regis et Regni Caput) dove si fece acclamare re da un’assemblea popolare il 25 dicembre 1130 (la convocazione delle Curiae generales rappresenta prima assise legislativa del Parlamento del Regno di Sicilia ed è cosi che si può parlare di primo parlamento in senso moderno), quando fu incoronato Rex Siciliae, ducatus Apuliae et principatus Capuae (re di Sicilia), probabilmente dall’arcivescovo Pietro
Regno di Sicilia Altavilla |
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Tutto ciò spinse Ruggero in una guerra di dieci anni. Bernardo di Chiaravalle, campione di Innocenzo II, mise in piedi una coalizione contro Anacleto ed il suo “Re mezzo pagano”. Ad essa si aggiunsero Luigi VI di Francia, Enrico I di Inghilterra e l’Imperatore Lotario II del Sacro Romano Impero.
Nel frattempo il Meridione d’Italia insorse. Alcuni nobili feudatari normanni, che già da tempo mordevano il freno, non accettarono il nuovo sovrano: nel 1132, Rainulfo radunava grandi forze con il suo alleato il Roberto II di Capua. La città di Benevento, nonostante fosse usualmente fedele a Ruggero, si consegnò nelle mani dei ribelli che si erano ammassati alle sue porte. Gli eserciti avversi si scontrarono nella Battaglia di Nocera che, dapprima favorevole alle truppe regie, terminò in una disastrosa sconfitta per Ruggero (24 luglio 1132).
Le cose potevano mettersi molto male per Ruggero, già sconfitto e per giunta politicamente inviso a tutti: a complicare le cose per lui infatti, l’imperatore Lotario II era sceso a Roma per farsi incoronare imperatore da Innocenzo II (4 giugno 1133) e se non avesse considerata chiusa la partita, facendo repentinamente ritorno in Germania, avrebbe potuto assestare a Ruggero un colpo definitivo. Il vantaggio così per Ruggero fu tale che egli poté riorganizzarsi: approfittando del fatto che Rainulfo e Roberto si erano recati a Roma per prestare giuramento a Lotario II, Ruggero tornò alla riscossa catturando la moglie di Rainulfo (sua sorella Matilda) e il figlioletto: Rainulfo e Roberto dovettero rientrare precipitosamente e Ruggero li costrinse alla resa (giugno-luglio 1134). Le truppe regie costrinsero Rainulfo, Sergio VII duca di Napoli e gli altri ribelli a sottomettersi, mentre Roberto fu espulso da Capua.
Nel luglio 1135 una nuova rivolta capeggiata da Rainulfo provocò la reazione del re, che entrò in Aversa, Capua e Alife con un esercito guidato dal cancelliere Guarino, costringendo Rainulfo a trovare rifugio a Napoli, unica città a resistere.
La spedizione dell’Imperatore nel Sud
Contemporaneamente il previsto attacco di Lotario a Ruggero aveva guadagnato l’appoggio di Pisa, Genova e dell’Imperatore d’Oriente Giovanni II Comneno, ciascuno dei quali temeva la crescente potenza del regno normanno.
Nel febbraio 1137 Lotario cominciò a spostarsi verso il Sud e fu raggiunto da Rainulfo e dai ribelli. A giugno assalì e prese Bari. Innocenzo II e Lotario concentrarono a maggio 1137 le proprie armate accanto al castello di Lagopesole e assediarono la città di Melfi, costrinsero Ruggero II alla fuga, quindi riuscirono a conquistare la sua (ex) capitale, Melfi, il 29 giugno. Il Pontefice tenne il Concilio di Melfi V nel castello del Vulture nell’anno 1137: la più probabile data va dal 29 giugno al 4 luglio. I Padri conciliari decisero la deposizione dell’antipapa Anacleto II. Il 4 luglio Innocenzo II, insieme all’Imperatore Lotario II, delegittimò Ruggero II, in favore di Rainulfo di Alife, della famiglia Drengot, nuovo duca di Puglia. L’Imperatore rientrò in Germania. Ruggero, liberato dal pericolo incombente, riprese terreno, saccheggiò Capua e costrinse Sergio VII ad accettarlo come Signore di Napoli. A Rignano Garganico Rainulfo di nuovo sconfisse il Re, ma nell’aprile del 1139 morì e Ruggero sottomise gli ultimi ribelli.
alla fine della guerra tra Ruggero ed il Papato. Al dritto Ruggero ed il figlio in piedi tengono una croce.
A questo punto Ruggero volle avere la conferma del titolo da Innocenzo II (Anacleto era morto nel gennaio 1138). Invece il papa, ancora restio a tale riconoscimento, dopo aver scomunicato Ruggero (8 luglio), invase il Regno con un grande esercito, ma cadde in un’astuta imboscata a Galluccio (22 luglio 1139).
Dopo la vittoria del Re, il papa lo investì del titolo di Re di Sicilia, del ducato di Puglia e del principato di Capua (Rex Siciliae ducatus Apuliae et principatus Capuae). I confini del Regno furono alla fine fissati da una tregua con papa Lucio II nell’ottobre 1144.
La conferma del Regno di Sicilia
Ruggero II era così divenuto uno dei più potenti sovrani d’Europa; nell’estate del 1140, ad Ariano di Puglia, egli promulgò le Assise di Ariano, il corpus giuridico che formava la nuova costituzione del Regno di Sicilia. A lui si deve anche l’istituzione del Catalogus baronum, l’elenco di tutti i feudatari del regno, stilato per stabilire un più attento controllo del territorio, dei rapporti vassallatici e quindi delle potenzialità del proprio esercito.
Nel 1150 Ruggero II aveva esteso il suo regno anche a Corfù ed al nord Africa (tra Tunisi e Tripoli)
A Palermo, Ruggero – che esibiva per i suoi sudditi musulmani il laqab arabo al-muʿtazz bi-llāh («il reso potente da Dio»)[4] – attrasse intorno a sé i migliori uomini di ogni etnia, come il famoso geografo arabo maghrebino al-Idrisi (Idrīsī o Edrisi), lo storico Nilus Doxopatrius, il poeta ʿAbd al-Raḥmān al-Itrābānishī che occupava anche posto di segretario e altri eruditi ancora. Il Re mantenne nel regno una completa tolleranza per tutte le fedi, razze e lingue. Egli fu servito da uomini di ogni nazionalità, come l’anglo-normanno Thomas Brun nella Curia, il greco Cristodulo nella flotta e il bizantino Giorgio di Antiochia, che nel 1132 fu fatto amiratus amiratorum (in effetti comandante in capo).
Tabula Rogeriana di al-Idrīsī.
Ruggero rese la Sicilia la potenza dominante del Mediterraneo. Grazie ad una potente flotta, costituita sotto diversi ammiragli, effettuò una serie di conquiste sulla costa africana (1135 – 1153), che andavano da Tripoli in Nordafrica a Capo Bon (Tunisia) e Bona (Algeria). Ruggero II creò in quei due decenni un “Regno normanno d’Africa” che divenne un “protettorato” siciliano, sostenuto in parte dalla residua piccola comunità cristiana nel Nordafrica.[5]
«I tentativi di Ruggero II di insediarsi in Africa, in primo luogo a Mahdia e poi a Tripoli, sfociarono nella creazione di un piccolo impero normanno lungo le coste dell’Ifriqiya, con la sola eccezione di Tunisi. Gli sceicchi locali si sottomisero all’autorità del re di Sicilia, che tentò di promuovere nella regione nuovi insediamenti cristiani allo scopo di proteggere la modesta popolazione cristiana già esistente.[6]» |
Tarì aureo, con scritte in arabo, coniato da Ruggero II (Palermo)
La Seconda crociata (1147-48) offrì a Ruggero l’opportunità di riprendere i progetti di Roberto il Guiscardo sull’Impero Romano d’Oriente. Giorgio di Antiochia fu mandato a Corinto alla fine del 1147 e spedì all’interno un esercito che saccheggiò Tebe. Nel giugno 1149 l’ammiraglio apparve davanti a Costantinopoli e sfidò l’imperatore bizantino Manuele I Comneno, lanciando frecce incendiarie contro le finestre del palazzo. Tuttavia l’attacco all’Impero non ebbe risultati durevoli, ma Ruggero conservò l’isola di Corfù.
La tomba di Ruggero II nella Cattedrale di Palermo
Nel 1149 aiutò papa Eugenio III a rientrare a Roma dopo l’insurrezione di Arnaldo da Brescia. Il Re morì a Palermo il 26 febbraio 1154, e suo successore fu il quarto dei suoi figli, Guglielmo.
I Normanni riuscirono a mantenere le conquiste africane di Ruggero II fino al 1160.[7]
Matrimoni e discendenza
Ruggero sposò prima del 1118 Elvira di Castiglia (circa 1100 – 1135), dalla quale ebbe:
- Ruggero, (1118 – 1148) duca di Puglia, che da una relazione con Bianca di Lecceebbe Tancredi pretendente al regno di Sicilia;
- Tancredi, (ca. 1120 – 1138) principe di Bari;
- Alfonso(ca. 1120 – 1144), principe di Capua e duca di Napoli;
- Guglielmo, (ca. 1120 o 1121 – 1166), duca di Pugliae poi Re di Sicilia (1154-1166), detto Guglielmo il Malo;
- Adelasia (ca. 1126 – dopo il 1184), contessa di Firenze di diritto, che sposò Jozzelino, conte di Loreto e, in seconde nozze, Roberto, conte di Loritello e Conversano;
- Enrico (ca. 1130 – prima del 1145), principe di Taranto.
Morta Elvira, solo nel 1149, cioè dopo ben quattordici anni di vedovanza (con la preoccupazione della successione dinastica dopo la morte in successione dei suoi primi tre figli maschi), si unì in matrimonio con Sibilla di Borgogna (1126 – 1150) dalla quale ebbe:
- Enrico (29 agosto 1149 – morto bambino);
- un altro (16 settembre 1150) nato morto, anticipando di poco la stessa Sibilla che ebbe complicazioni post parto.
Quindi nel 1151 si affrettò a sposare Beatrice di Rethel (1135 – 1185) dalla quale nacque postuma la sola:
Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]
Ruggero di Altavilla conte di Sicilia
Ruggero di Altavilla fu inizialmente vassallo del fratello Roberto, duca di Puglia e di Calabria, e stabilì la propria corte a Mileto, in Calabria. Proprio a Mileto, nel Natale del 1061, sposò la normanna Giuditta d’Evreux.
Dalla Calabria, Ruggero, insieme al fratello Roberto, pianificò la conquista della Sicilia, allora in mano ai musulmani che trovarono il pretesto per l’invasione nella richiesta d’aiuto da parte dell’emiro di Catania, allora in lotta con l’emiro di Girgenti. Così, nel febbraio del 1061, Ruggero sbarca a Messina e da lì i Normanni avanzarono quasi indisturbati sino Castrogiovanni (oggi Enna) e Girgenti (oggi Agrigento), riuscendo ad occupare stabilmente la parte dell’isola orientale che maggiormente era rimasta legata alla cristianità.
La vera spedizione fu però quella che iniziò nel successivo 1062.
Il primo duro scontro avvenne a Cerami, vicino a Troina, dove i normanni di Ruggero stabilirono la prima capitale dell’isola. La conquista quindi rallentò i normanni ebbero difficoltà nel ricevere rinforzi dagli alleati, Pisani e Genovesi in particolare, mentre dal nord Africa affluivano rinforzi per gli arabi. Così solo nell’agosto del 1071 Ruggero giunse alle porte di Palermo, che assediò per quasi sei mesi.
Successivamente vennero prese Castrogiovanni e Butera. La conquista della Sicilia verrà ultimata solo nel 1091 con la presa di Noto, trenta anni dopo l’inizio dell’impresa. Ruggero conquistò anche le isole di Pantelleria e Malta.
La politica
Ruggero oltre che abile condottiero, fu anche un fine diplomatico; appoggiò il papato e così riuscì a farsi nominare Gran Conte di Sicilia. Inoltre, riuscì a gettare le basi per un’organizzazione dello stato meno basata sui signori feudatari, ma su di una classe di burocrati formati da funzionari pubblici non legati all’aristocrazia e dove comunque la sua figura era quella che deteneva il potere assoluto.
Come sovrano cattolico fu fondatore di una serie di splendide cattedrali in Sicilia: a Troina, a Mazara del Vallo, a Paternò, a Modica, a Catania ed a Messina fra tutte.
Durante il suo governo ebbe inizio l’attuazione di una seria politica di ripopolamento in ampie zone dell’isola, con un copioso afflusso di genti provenienti dal Piemonte, allora chiamato Langobardia, soprattutto dal Monferrato, ed in misura minore di origine franco-provenzale e inglese. Le popolazioni della parte settentrionale e centrale della Sicilia che oggi parlano il cosiddetto idioma gallo-siculo, fra cui San Piero Patti, San Fratello, Novara di Sicilia, Randazzo, Aidone, Piazza Armerina, Caltagirone, Nicosia tanto simile alla lingua piemontese e così diverso rispetto al siciliano discendono tuttavia dalle migrazioni provocate dalle repressioni attuate da Guglielmo il Malo contro queste città ribelli e dal loro ripopolamento con genti provenienti sempre dalla Langobardia.
Alcune date
- 1057 in Italia
- 1061 inizia la conquista della Sicilia (presa di Messina)
- 1063 battaglia di Cerami contro i Musulmani (vittoria normanna)
- 1068 battaglia di Misilmeri (vittoria normanna)
- 1068 riceve dal fratello Roberto il Guiscardo il dominio su metà della Calabria.
- 1072 Ruggero I entra a Palermo e si nomina conte di Sicilia
- 1081 fondazione dell’Abbazia della SS. Trinità di Mileto
- 1085 fondazione dell’Abbazia di Bagnara Calabra
- 1091 presa di Butera e Noto
Matrimoni e discendenza
Il primogenito di Ruggero fu un figlio naturale di nome Giordano, che non sopravvisse al padre.
Nonè certo se il suo secondo figlio, Goffredo, sia nato anch’egli fuori dai matrimoni oppure dalla sua prima o seconda moglie. In ogni caso era lebbroso per cui non aveva possibilità di ereditare. E’ noto anche un secondo Goffredo, anche egli forse figlio illegittimo a cui venne concessa la contea di Ragusa.
- Giuditta d’Evreux
- (1050 – 1076), fu la prima moglie di Ruggero, il matrimonio ebbe luogo nel 1061, lei era di stirpe normanna, figlia di Guglielmo d’Evreux ed Hawisa di chauffour; ebbero solo figlie femmine:
- Una figlia, sposò Ugone di Gircea (o Gercì);
- Matilde (+ 1094) sposò Raimondo IV di Tolosa;
- Adelisa, sposò Enrico, Conte di Monte Sant’Angelo;
- Emma (+1120), brevemente fidanzata a Filippo I di Francia, sposòprima Filiberto conte di Clermont ed in seconde nozze Rodolfo Maccabeo, conte normanno di Montescaglioso.
- Eremburga di Mortain
- (morta nel 1087), di stirpe normanna, figlia di “Guglielmo, Conte di Mortain” (probabilmente Guglielmo Warlenc), Ruggero la sposò nel 1077 in seconde nozze; i loro figli furono:
- Malgerio, Conte di Troina
- Matilda, sposò Robert Conte d’Eu
- Muriella, sposò Josbert de Lucy
- Costanza (1082 – post 1135) sposò nel 1095 Corrado re d’Italia figlio dell’imperatore Enrico IV
- Busilla (Felicia) (+ 1102) sposa Colomanno re d’Ungheria;
- Violante, sposò Roberto, figlio di Roberto I di Borgogna
- Flandina, sposò Enrico del Vasto, capostipite della famiglia Mazzarino
- Giuditta, sposò Roberto I di Bassavilla
- Adelaide del Vasto
- anche Adelasia (1074 – 16 aprile 1118), fu la terza ed ultima moglie di Ruggero che la sposò nel 1087, lei apparteneva alla famiglia Aleramici, marchesi del Monferrato, nipote di Bonifacio; i loro figli furono:
- Simone, (1093 – 28 settembre 1105) Conte di Sicilia;
- Matilda, sposò Rainulfo III di Alife;
- Ruggero (22 dicembre 1095 – 26 febbraio 1154), futuro Re di Sicilia e successore del padre;
- Maximilla (+ post 1137) sposa Ildebrando Aldobrandeschi
Altavilla
Gli Altavilla (in francese Hauteville, in siciliano Autavilla) sono stati una delle più importanti famiglie di origine normanna, protagonisti delle vicende storiche della Sicilia, dell’Italia meridionale e degli Stati Crociati.
Guglielmo di Altavilla
Guglielmo di Altavilla, chiamato Guglielmo Braccio di Ferro (Cotentin, circa 1010 Puglia, 1046), E’ stato un condottiero normanno, fu il primo dei figli di Tancredi d’Altavilla e Muriella, figlia di Riccardo II di Normandia. Insieme al fratello minore Drogone di Altavilla lasciò la Normandia e raggiunse il Mezzogiorno d’Italia nella prima metà dell’XI secolo (1035 […]
Periodi Storici
Costanza
Costanza di Sicilia, fu figlia postuma di Ruggero II re di Sicilia e della terza moglie Beatrice di Rethel
Ruggero II
Ruggero II di Sicilia
(Mileto, 22 dicembre 1095 – Palermo, 26 febbraio 1154),
conosciuto anche come Ruggero il normanno, figlio e successore di Ruggero I di Sicilia della dinastia degli Altavilla, fu conte di Sicilia dal 1105, duca di Puglia dal 1127 e primo re di Sicilia dal 1130 al 1154, divenendo noto come il fondatore del Regnum Siciliæ indipendente. Dopo la nascita del regno, in virtù delle conquiste sulla costa africana, acquisì anche il titolo di re d’Africa.
Gli sono tributati l’accorpamento sotto un unico regno di tutte le conquiste normanne dell’Italia meridionale, della Sicilia e di Malta, l’organizzazione di un governo efficiente, personalizzato e centralizzato, nonché la fondazione del Parlamento siciliano, uno dei più antichi del mondo. Sotto il suo regno la città di Palermo, assurta a capitale, fu arricchita di opere architettoniche e ingegneristiche di grande pregio e raffinatezza, oggi riconosciute come patrimonio dell’umanità.
Statua di Ruggero all’ingresso del Palazzo Reale di Napoli
Biografia
Poco è conosciuto dell’infanzia di Ruggero II. Era figlio secondogenito del gran Conte di Sicilia, il normanno Ruggero I d’Altavilla e di Adelasia di Monferrato. Alla morte del padre, avvenuta a Mileto nel 1101, sua madre riuscì a governare la Sicilia con l’aiuto di valenti consiglieri, mentre lui ed il fratello erano ancora in tenera età. Nel 1105 morì il fratello maggiore Simone e a soli dieci anni Ruggero divenne conte di Sicilia.
Visse la sua infanzia a Palermo ed ebbe precettori greci e arabi, tanto che imparò le lingue greca, latina e araba. Divenuto maggiorenne nel 1112, cessò la reggenza della madre Adelaide del Vasto, e si dimostrò subito in grado di governare con autorità e saggezza, continuando la linea di espansionismo del padre.
La conquista dell’Italia meridionale
Nel 1121 sorsero le ostilità fra Ruggero II e il cugino Guglielmo, nipote di Roberto il Guiscardo e nuovo duca di Calabria; lo scontro venne risolto solo con l’intervento di papa Callisto II, che riuscì a pacificare i due rivali facendoli giungere ad un accordo, secondo cui il conte di Sicilia procurava al cugino uno squadrone di cavalieri con i quali reprimere la rivolta di Giordano conte di Ariano; in cambio, Guglielmo abbandonava i propri possedimenti in Sicilia e Calabria. Ruggero II, già principe di Salerno, si recò a Reggio e venne riconosciuto duca di Calabria e di Puglia, Conte di Sicilia con dominio su Amalfi e Gaeta, su parte di Napoli, su Taranto, Capua e Abruzzi.
Quando nel luglio del 1127 Guglielmo, duca di Puglia, morì senza figli, Ruggero reclamò tutti i possedimenti degli Altavilla e la Signoria di Capua. Sbarcò allora nel continente e conquistò senza difficoltà Amalfi e Salerno, dove venne incoronato. Tuttavia l’unione di Sicilia e Puglia era osteggiata da papa Onorio II e dai Signori locali stessi.
A Capua, nel dicembre 1127, partì una spedizione contro Ruggero, mettendo Roberto II di Capua e Rainulfo di Alife (cognato di Ruggero) contro di lui. Tuttavia questa coalizione fallì miseramente e nell’agosto 1128 il Papa fu costretto dalla superiorità militare a nominare nella città di Benevento Ruggero II duca di Puglia.
A settembre del 1129 Ruggero fu pubblicamente riconosciuto duca da Napoli, Bari, Capua e dalle altre città. Egli cominciò allora ad imporre l’ordine nei possessi Altavilla, dove il potere del duca era andato indebolendosi.
Per legare insieme tutti questi stati, il titolo reale sembrava essenziale e la morte di Onorio II nel febbraio 1130, seguita da una duplice elezione di un Papa e un Antipapa, avvenne nel momento per lui decisivo. Nell’elezione del nuovo Pontefice scoppiò uno scisma fra Innocenzo II, eletto con l’appoggio dei Frangipane, e Anacleto II, sostenuto dalla famiglia dei Pierleoni. Nella confusione che ne seguì, Innocenzo, pur riconosciuto dalla maggior parte della cristianità, fu costretto a rifugiarsi in Francia; rimase a Roma invece Anacleto II, che tuttavia aveva bisogno di maggiori consensi.
La prima Corona di Re
Mantello di Ruggero, con iconografia islamica, facente parte delle insegne imperiali custodite a Vienna.
Dopo lo scisma del 13 febbraio 1130 con la morte di Onorio II, Innocenzo II si rifugiò in Francia e con Anacleto II insediato a Roma, ottenne la corona regia. Ruggero realizzò così un progetto per restaurare un antico Regno di Sicilia (nell’età antica Agatocle autoproclamò basileus di Sicilia a Siracusa). Il 27 settembre 1130 ottenne l’investitura e partì per Palermo (Prima Sedes, Corona Regis et Regni Caput) dove si fece acclamare re da un’assemblea popolare il 25 dicembre 1130 (la convocazione delle Curiae generales rappresenta prima assise legislativa del Parlamento del Regno di Sicilia ed è cosi che si può parlare di primo parlamento in senso moderno), quando fu incoronato Rex Siciliae, ducatus Apuliae et principatus Capuae (re di Sicilia), probabilmente dall’arcivescovo Pietro
Altavilla
Figli
Figli
Figli
Tutto ciò spinse Ruggero in una guerra di dieci anni. Bernardo di Chiaravalle, campione di Innocenzo II, mise in piedi una coalizione contro Anacleto ed il suo “Re mezzo pagano”. Ad essa si aggiunsero Luigi VI di Francia, Enrico I di Inghilterra e l’Imperatore Lotario II del Sacro Romano Impero.
Nel frattempo il Meridione d’Italia insorse. Alcuni nobili feudatari normanni, che già da tempo mordevano il freno, non accettarono il nuovo sovrano: nel 1132, Rainulfo radunava grandi forze con il suo alleato il Roberto II di Capua. La città di Benevento, nonostante fosse usualmente fedele a Ruggero, si consegnò nelle mani dei ribelli che si erano ammassati alle sue porte. Gli eserciti avversi si scontrarono nella Battaglia di Nocera che, dapprima favorevole alle truppe regie, terminò in una disastrosa sconfitta per Ruggero (24 luglio 1132).
Le cose potevano mettersi molto male per Ruggero, già sconfitto e per giunta politicamente inviso a tutti: a complicare le cose per lui infatti, l’imperatore Lotario II era sceso a Roma per farsi incoronare imperatore da Innocenzo II (4 giugno 1133) e se non avesse considerata chiusa la partita, facendo repentinamente ritorno in Germania, avrebbe potuto assestare a Ruggero un colpo definitivo. Il vantaggio così per Ruggero fu tale che egli poté riorganizzarsi: approfittando del fatto che Rainulfo e Roberto si erano recati a Roma per prestare giuramento a Lotario II, Ruggero tornò alla riscossa catturando la moglie di Rainulfo (sua sorella Matilda) e il figlioletto: Rainulfo e Roberto dovettero rientrare precipitosamente e Ruggero li costrinse alla resa (giugno-luglio 1134). Le truppe regie costrinsero Rainulfo, Sergio VII duca di Napoli e gli altri ribelli a sottomettersi, mentre Roberto fu espulso da Capua.
Nel luglio 1135 una nuova rivolta capeggiata da Rainulfo provocò la reazione del re, che entrò in Aversa, Capua e Alife con un esercito guidato dal cancelliere Guarino, costringendo Rainulfo a trovare rifugio a Napoli, unica città a resistere.
La spedizione dell’Imperatore nel Sud
Contemporaneamente il previsto attacco di Lotario a Ruggero aveva guadagnato l’appoggio di Pisa, Genova e dell’Imperatore d’Oriente Giovanni II Comneno, ciascuno dei quali temeva la crescente potenza del regno normanno.
Nel febbraio 1137 Lotario cominciò a spostarsi verso il Sud e fu raggiunto da Rainulfo e dai ribelli. A giugno assalì e prese Bari. Innocenzo II e Lotario concentrarono a maggio 1137 le proprie armate accanto al castello di Lagopesole e assediarono la città di Melfi, costrinsero Ruggero II alla fuga, quindi riuscirono a conquistare la sua (ex) capitale, Melfi, il 29 giugno. Il Pontefice tenne il Concilio di Melfi V nel castello del Vulture nell’anno 1137: la più probabile data va dal 29 giugno al 4 luglio. I Padri conciliari decisero la deposizione dell’antipapa Anacleto II. Il 4 luglio Innocenzo II, insieme all’Imperatore Lotario II, delegittimò Ruggero II, in favore di Rainulfo di Alife, della famiglia Drengot, nuovo duca di Puglia. L’Imperatore rientrò in Germania. Ruggero, liberato dal pericolo incombente, riprese terreno, saccheggiò Capua e costrinse Sergio VII ad accettarlo come Signore di Napoli. A Rignano Garganico Rainulfo di nuovo sconfisse il Re, ma nell’aprile del 1139 morì e Ruggero sottomise gli ultimi ribelli.
alla fine della guerra tra Ruggero ed il Papato. Al dritto Ruggero ed il figlio in piedi tengono una croce.
A questo punto Ruggero volle avere la conferma del titolo da Innocenzo II (Anacleto era morto nel gennaio 1138). Invece il papa, ancora restio a tale riconoscimento, dopo aver scomunicato Ruggero (8 luglio), invase il Regno con un grande esercito, ma cadde in un’astuta imboscata a Galluccio (22 luglio 1139).
Dopo la vittoria del Re, il papa lo investì del titolo di Re di Sicilia, del ducato di Puglia e del principato di Capua (Rex Siciliae ducatus Apuliae et principatus Capuae). I confini del Regno furono alla fine fissati da una tregua con papa Lucio II nell’ottobre 1144.
La conferma del Regno di Sicilia
Ruggero II era così divenuto uno dei più potenti sovrani d’Europa; nell’estate del 1140, ad Ariano di Puglia, egli promulgò le Assise di Ariano, il corpus giuridico che formava la nuova costituzione del Regno di Sicilia. A lui si deve anche l’istituzione del Catalogus baronum, l’elenco di tutti i feudatari del regno, stilato per stabilire un più attento controllo del territorio, dei rapporti vassallatici e quindi delle potenzialità del proprio esercito.
Nel 1150 Ruggero II aveva esteso il suo regno anche a Corfù ed al nord Africa (tra Tunisi e Tripoli)
A Palermo, Ruggero – che esibiva per i suoi sudditi musulmani il laqab arabo al-muʿtazz bi-llāh («il reso potente da Dio»)[4] – attrasse intorno a sé i migliori uomini di ogni etnia, come il famoso geografo arabo maghrebino al-Idrisi (Idrīsī o Edrisi), lo storico Nilus Doxopatrius, il poeta ʿAbd al-Raḥmān al-Itrābānishī che occupava anche posto di segretario e altri eruditi ancora. Il Re mantenne nel regno una completa tolleranza per tutte le fedi, razze e lingue. Egli fu servito da uomini di ogni nazionalità, come l’anglo-normanno Thomas Brun nella Curia, il greco Cristodulo nella flotta e il bizantino Giorgio di Antiochia, che nel 1132 fu fatto amiratus amiratorum (in effetti comandante in capo).
Tabula Rogeriana di al-Idrīsī.
Ruggero rese la Sicilia la potenza dominante del Mediterraneo. Grazie ad una potente flotta, costituita sotto diversi ammiragli, effettuò una serie di conquiste sulla costa africana (1135 – 1153), che andavano da Tripoli in Nordafrica a Capo Bon (Tunisia) e Bona (Algeria). Ruggero II creò in quei due decenni un “Regno normanno d’Africa” che divenne un “protettorato” siciliano, sostenuto in parte dalla residua piccola comunità cristiana nel Nordafrica.[5]
Tarì aureo, con scritte in arabo, coniato da Ruggero II (Palermo)
La Seconda crociata (1147-48) offrì a Ruggero l’opportunità di riprendere i progetti di Roberto il Guiscardo sull’Impero Romano d’Oriente. Giorgio di Antiochia fu mandato a Corinto alla fine del 1147 e spedì all’interno un esercito che saccheggiò Tebe. Nel giugno 1149 l’ammiraglio apparve davanti a Costantinopoli e sfidò l’imperatore bizantino Manuele I Comneno, lanciando frecce incendiarie contro le finestre del palazzo. Tuttavia l’attacco all’Impero non ebbe risultati durevoli, ma Ruggero conservò l’isola di Corfù.
La tomba di Ruggero II nella Cattedrale di Palermo
Nel 1149 aiutò papa Eugenio III a rientrare a Roma dopo l’insurrezione di Arnaldo da Brescia. Il Re morì a Palermo il 26 febbraio 1154, e suo successore fu il quarto dei suoi figli, Guglielmo.
I Normanni riuscirono a mantenere le conquiste africane di Ruggero II fino al 1160.[7]
Matrimoni e discendenza
Ruggero sposò prima del 1118 Elvira di Castiglia (circa 1100 – 1135), dalla quale ebbe:
Morta Elvira, solo nel 1149, cioè dopo ben quattordici anni di vedovanza (con la preoccupazione della successione dinastica dopo la morte in successione dei suoi primi tre figli maschi), si unì in matrimonio con Sibilla di Borgogna (1126 – 1150) dalla quale ebbe:
Quindi nel 1151 si affrettò a sposare Beatrice di Rethel (1135 – 1185) dalla quale nacque postuma la sola:
Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]
Ruggero di Altavilla conte di Sicilia
Ruggero di Altavilla fu inizialmente vassallo del fratello Roberto, duca di Puglia e di Calabria, e stabilì la propria corte a Mileto, in Calabria. Proprio a Mileto, nel Natale del 1061, sposò la normanna Giuditta d’Evreux.
Dalla Calabria, Ruggero, insieme al fratello Roberto, pianificò la conquista della Sicilia, allora in mano ai musulmani che trovarono il pretesto per l’invasione nella richiesta d’aiuto da parte dell’emiro di Catania, allora in lotta con l’emiro di Girgenti. Così, nel febbraio del 1061, Ruggero sbarca a Messina e da lì i Normanni avanzarono quasi indisturbati sino Castrogiovanni (oggi Enna) e Girgenti (oggi Agrigento), riuscendo ad occupare stabilmente la parte dell’isola orientale che maggiormente era rimasta legata alla cristianità.
La vera spedizione fu però quella che iniziò nel successivo 1062.
Il primo duro scontro avvenne a Cerami, vicino a Troina, dove i normanni di Ruggero stabilirono la prima capitale dell’isola. La conquista quindi rallentò i normanni ebbero difficoltà nel ricevere rinforzi dagli alleati, Pisani e Genovesi in particolare, mentre dal nord Africa affluivano rinforzi per gli arabi. Così solo nell’agosto del 1071 Ruggero giunse alle porte di Palermo, che assediò per quasi sei mesi.
Successivamente vennero prese Castrogiovanni e Butera. La conquista della Sicilia verrà ultimata solo nel 1091 con la presa di Noto, trenta anni dopo l’inizio dell’impresa. Ruggero conquistò anche le isole di Pantelleria e Malta.
La politica
Ruggero oltre che abile condottiero, fu anche un fine diplomatico; appoggiò il papato e così riuscì a farsi nominare Gran Conte di Sicilia. Inoltre, riuscì a gettare le basi per un’organizzazione dello stato meno basata sui signori feudatari, ma su di una classe di burocrati formati da funzionari pubblici non legati all’aristocrazia e dove comunque la sua figura era quella che deteneva il potere assoluto.
Come sovrano cattolico fu fondatore di una serie di splendide cattedrali in Sicilia: a Troina, a Mazara del Vallo, a Paternò, a Modica, a Catania ed a Messina fra tutte.
Durante il suo governo ebbe inizio l’attuazione di una seria politica di ripopolamento in ampie zone dell’isola, con un copioso afflusso di genti provenienti dal Piemonte, allora chiamato Langobardia, soprattutto dal Monferrato, ed in misura minore di origine franco-provenzale e inglese. Le popolazioni della parte settentrionale e centrale della Sicilia che oggi parlano il cosiddetto idioma gallo-siculo, fra cui San Piero Patti, San Fratello, Novara di Sicilia, Randazzo, Aidone, Piazza Armerina, Caltagirone, Nicosia tanto simile alla lingua piemontese e così diverso rispetto al siciliano discendono tuttavia dalle migrazioni provocate dalle repressioni attuate da Guglielmo il Malo contro queste città ribelli e dal loro ripopolamento con genti provenienti sempre dalla Langobardia.
Alcune date
Matrimoni e discendenza
Il primogenito di Ruggero fu un figlio naturale di nome Giordano, che non sopravvisse al padre.
Nonè certo se il suo secondo figlio, Goffredo, sia nato anch’egli fuori dai matrimoni oppure dalla sua prima o seconda moglie. In ogni caso era lebbroso per cui non aveva possibilità di ereditare. E’ noto anche un secondo Goffredo, anche egli forse figlio illegittimo a cui venne concessa la contea di Ragusa.
Umfredo di Altavilla
Umfredo di Altavilla (Cotentin, 1057)
Sebbene alcune fonti ritengano che Umfredo sia giunto nel sud Italia insieme ai suoi fratelli nel 1035 circa, è probabile che il suo arrivo risalga a qualche anno più¹ tardi, nel 1044, durante il dominio del fratello maggiore Guglielmo.
Già signore di Lavello, successe nel 1051 al fratello Drogone come conte di Puglia e Calabria. Di sicuro l’evento più¹ rilevante che lo vide protagonista fu la battaglia di Civitate (18 giugno 1053): Umfredo guidò le armate degli Altavilla (insieme al giovane fratellastro ed erede Roberto il Guiscardo) e dei Drengot (insieme a Riccardo, conte di Aversa) contro le forze unite del papato e dell’impero.
Gli eserciti pontifici furono annientati e papa Leone IX fu catturato e imprigionato a Benevento.
Umfredo sposò Matilda, figlia di Asclettino I Drengot da cui ebbe due figli:
Alla morte del fratello Drogone, ne sposò la vedova Gaitelgrima, figlia di Guaimario III di Salerno, da cui nacque Umfreda, che andò sposa a Basileo Spadafora.
Umfredo morì nel 1057 e la sua eredità passò al fratellastro ed eroe di Civitate, Roberto il Guiscardo, al quale attribuì anche la tutela dei suoi figli minorenni, Abelardo ed Ermanno. Il Guiscardo, però, ne confiscò l’eredità : nel giro di due anni, avrebbe elevato il suo rango comitale allo status ducale.
Hauteville Albero genealogico
ALBERO GENEALOGICO HAUTEVILLE
GUGLIELMO BRACCIO DI FERRO (+1046),
1° Conte di Puglia (1042);
DROGONE(+1051),
2° Conte di Puglia (1046)
sposò nel 1046 una figlia di GUAIMANO V, Principe di Salerno, ne discese RICCARDO MOTTOLA che sposò Altrude;
UMFREDO (+1057),
3° Conte di Puglia (1051),
sposò una zia di GISULFO II, Principe di Salerno, ne discese ABELARDO (+dopo il 1081);
GOFFREDO (+prima del 1071),
Conte di Capitanata (1051 circa),
ne discese ROBERTO, Conte di Loretello;
ROBERTO IL GUISCARDO(+1085),
4° Conte di Puglia (1057-1059),1° Duca di Puglia e Calabria (1059),
Duca di Sicilia (1061),
sposò:
1-ALBERADA di BUONALBERGO, sorella di GERARDO Conte di Ariano, ripudiata nel 1059;
2- SICHELGAITA di SALERNO (+1092 circa), sorella di GISULFO II, Principe di Salerno, ne discesero i Principi di Antiochia di cui:
BOEMONDO II (1109 – 1130), Principe di Taranto (1111), Principe di Antiochia (1127), sposò nel 1127 Alice di Gerusalemme; da cui discese
BOEMONDO III il BALBO (1145 – 1201), Principe d’Antiochia (1163 – 1201), figlio del Principe Raimondo I di Poitiers e della Principessa Costanza, gli discese Raimondo che sposò Alice Rupen, nipote ed erede di Leone II d’Armenia, e gli successe RAIMONDO RUPEN, erede dei Principati di Antiochia ed Armenia);
BOEMONDO IV l’Orbo, Conte di Tripoli (1187 o 1189 – 1233), Principe d’Antiochia(1201 – 1233), secondo figlio del Principe BOEMONDO III e di Orgogliosa, Signora di Harim. Adottato da Raimondo III, Conte di Tripoli, gli succedette dopo la disfatta di Hattin in cui il Conte era perito (1187), nondimeno la Contea di Tripoli fu effettivamente governata dal 1187 al 1189 dal fratello maggiore di Boemondo, Raimondo IV; morto quest’ultimo, Boemondo usurpò (1201)il Principato d’Antiochia al nipote Raimondo Rupen che ottenne l’aiuto del prozio materno Leone II il Grande, Re dello Stato Armeno di Cecilia; col Suo appoggio Raimondo si ingrandì del Principato di Antiochia e lo Governò dal 1216 al 1219. Le discordie tra l’Armenia minore e il Principato di Antiochia fecero perdere ai Latini i benefici derivanti dall’unione fra il Principato medesimo e la Contea di Tripoli. Per queste stesse vicende Boemondo IV fu scomunicato dal Papa. Gli succedette
BOEMONDO V (1198 circa – 1251), Principe di Antiochia e Conte di Tripoli (1233 – 1251), secondo figlio del Principe Boemondo IV e di Piacenza de Gilet. Il suo Principato venne soprattutto contrassegnato da discordie interne; Boemondo dovette infatti lottare contro i suoi vassalli, particolarmente contro i cugini de Gilet. Nel frattempo i Turchi compirono minacciosi progressi. Gli successe
BOEMONDO VI il Bello (1235 circa – 1275), Principe di Antiochia (1251- 1268) e Conte di Tripoli (1251 – 1275), figlio del Principe Boemondo V e di Luciana dei Conti di Segni. Indolente e apatico, si ritirò nella Sua bella Città di Tripoli, trascurando la minaccia dei Turchi, che ultimarono la conquista del Principato di Antiochia. La perdita di questa Città (1268) non provocò da parte Sua che una debole e vana reazione. Gli successe
BOEMONDO VII (1255 circa- 1287), erede del Titolo di Principe di Antiochia e conte di Tripoli (1275 – 1287), figlio del Principe Boemondo VI e di Sibilla di Armenia. Non riuscì ad impedire la conquista pressoché totale della Contea di Tripoli da parte dei Mamelucchi d’Egitto e non seppe opporsi che debolmente ai tentativi di autonomia municipale di Tripoli. Sua sorella ed erede Lucia non potè prendere possesso di Tripoli, poiché la Città fu occupata dai Mamelucchi due anni dopo la morte del Principe: con Lui si spense quindi la Dinastia.
Le titulature ed i diritti di pretenzione sono confluiti nella attuale Dinastia della Casa Calabria Cilento de Hauteville, riconosciuti e confermati da Sua Altezza Reale il Principe Don Giovanni Giuseppe Caspis von Scwaben Hohenstaufen nella persona dell’attuale Capo di Nome e d’Armi della Imperiale e Reale Casa di Svevia.
La Dinastia sino ai nostri giorni gode della prerogativa di Re di Gerusalemme e Principe di Antiochia, Principe di Armenia Antica e di Conte di Tripoli;
da Una figlia
nacque GOFFREDO (+1100), Conte di Conversano, da cui i Conti di Conversano;
GUGLIELMO (+dopo il 1117),
Conte del Principato (vedi Dinastia Cilento de Hauteville)
RUGGERO I (1031 – 1101),
1° Conte di Sicilia (1062),
sposò 1- Giuditta di Evreux; 2- Eremburga di Mortain; 3- nel 1089, Adelaide di Monferrato, poi Regina di Gerusalemme (+1118); discesero:
MATILDE, sposò nel 1094 CORRADO di FRANCONIA (+1101), Figlio di Enrico IV, Imperatore;
BUSILLA, (+1102), sposò COLOMANNO (+1114), Re d’Ungheria;
GIUDITTA, sposò ROBERTO di BASSEVILLE, Conte di Conversano;
MATILDE, sposò 1- RAIMONDO di SAINTGILLES (+1105), Conte di Tolosa; 2 – ROBERTO di BORGOGNA (+1176);
SIMONE (+1113), 2° Conte di Sicilia (1101);
RUGGERO II (1090 circa – 1154) 3° Conte di Sicilia (1113 – 1130), 4° Duca di Puglia e Calabria (1127 – 1130), 1° Re di Sicilia (1130), sposò 1-Elvira di Castiglia (+1135), 2 – Sibilla di Borgogna (+1151); 3- Beatrice di Rethel da cui nacque COSTANZA (1154 – 1198), sposò nel 1186 ENRICO di SVEVIA (+1197), Imperatore (ENRICO VI 1191), Re di Sicilia (1194) da cui discese FEDERICO II (1194 – 1250), Imperatore (Dinastia Hohenstaufen);
EMMA (+prima del 1126),
sposò ODDONE MARCHISIUS, discese TANCREDI (+1112), Principe di Galilea (Titolo spettante al Ramo Cilento de Hauteville)(1109), Principe di Antiochia (1111), sposò Cecilia di Francia;
SUNTO STORICO:
Da RUGGERO I derivò il ramo più importante della Dinastia a cui appartennero i primi tre Re di Sicilia: RUGGERO II, coronato Re a Palermo nel 1130; GUGLIELMO I (+1166) e GUGLIELMO II (+1189) . Figlia postuma di Ruggero II fu COSTANZA (1198), che sposando Enrico VI di Hohenstaufen, figlio di Federico I di Svevia (Barbarossa), portò in dote il Regno di Sicilia alla Casa di Svevia.
Contro Enrico VI, fattosi incoronare Re di Sicilia a Palermo nel dicembre 1194, i diritti al Regno furono rivendicati da TANCREDI (+1194), figlio naturale di un figlio di Ruggero II e di Emma dei Conti di Lecce, che nel 1189 era stato coronato 4° Re di Sicilia dalla Nobiltà siciliana, ne discese GUGLIELMO III, detto il Re fanciullo, figlio di Sibilla di Acerra fatto imprigionare e poi accecare (+1198)da Enrico VI di Hohenstaufen.
Importante la discendenza di ROBERTO il GUISCARDO: suo figlio BOEMONDO di TARANTO (+1111), crociato, fu il fondatore del Principato di Antiochia; altro suo figlio RUGGERO BORSA (+1111) e figlio di questi GUGLIELMO (+1127) furono Duchi di Puglia e Calabria; un nipote di ROBERTO, TANCREDI (+1112), crociato, cantato ed ispiratore del Tasso nella Gerusalemme Liberata, partì per Gerusalemme con lo zio BOEMONDO e il cugino RICCARDO de HAUTEVILLE, figlio di GUGLIELMO del PRINCIPATO,conquistando la Città Santa di Gerusalemme, fondò il Principato di Betlemme, Reggente il Principato di Antiochia in assenza del Principe Boemondo e suo successore.
Da questa illustre Dinastia risaliamo al ricordato
GUGLIELMO d’ALTAVILLA (+ dopo il 1117),
Conte del Principato Signore del Cilento (1058).
Figlio di TANCREDI di NORMANDIA il capostipite, e della sua seconda moglie FRESENDA, calato in Italia intorno al 1054 insieme agli altri fratelli è il capostipite della discendenza dei CILENTO, seu CILENTI o dè CILENTO.
Tali notizie sono desunte nelle bibliografie:
Drogone di Altavilla
Drogone di Altavilla è stato un condottiero normanno, uno dei figli di Tancredi d’Altavilla e della prima moglie Muriella.
Ruggero I
Ultimo figlio di Tancredi d’Altavilla e di Frisenda
Tancredi I di Altavilla
di Tancredi di Altavilla si sa pochissimo della sua vita. Era un nobile di Coutances, città della Bassa Normandia, nella penisola Cotentin; probabilmente era proprietario del villaggio di Hauteville-la-Guichard.